Intervista del Prof. Emanuele Fisicaro su Gazzetta Del Mezzogiorno del 10 Aprile 2022: «Mosca può aggirare le sanzioni col circuito delle criptovalute»: urge un serio sistema di controlli

di Marisa Ingrosso

Professor Emanuele Fisicaro dal suo osservatorio, come presidente Cseac-Centro Studi Europeo Antiriciclaggio&Compliance “Piero Vigna”, condivide la preoccupazione (anche di BankItalia) che la Russia, dopo l’espulsione dallo Swift, possa aggirare le sanzioni con le criptovalute? O il pacchetto di nuove sanzioni Ue, che vieta depositi ai portafogli di cripto-attività russi, sterilizza il problema? «Il sistema può essere aggirato e per questo c’è grande preoccupazione poiché, quando un sistema in cui ci sono controlli si chiude, è fisiologico che si cerchi di operare con sistemi diversi. Quindi, se ci sono una serie di blocchi, nel caso di specie le sanzioni, tra Italia e Russia, è naturale che imprenditori, grande industria militare e chi deve muovere grandi somme, cercherà schemi alternativi e le monete virtuali possono esserlo. Dimostrazione ne sia che, nell’ul – timo periodo, post-invasione russa, stando ai report, l’uso delle monete virtuali in quell’area è cresciuto in maniera rilevate. Quindi ci sono le sanzioni, che impediscono l’uso dei canali ordinari, e si usano i canali delle cripto valute, che sono leciti ma che operano attraverso la piattaforma blockchainche è blindata e senza controlli statuali. Nessuno può fare controlli. È sufficiente che i partner si registrino e possono operare senza alcun timore, anche perché poi le cripto valute si possono trasformare in valuta normale. Aggiungo che oggi la Russia riscuote denaro attraverso i canali ufficiali quindi, di fatto, queste sanzioni hanno più un valore psicologico, sociale, internazionale, ma nel momento in cui si paga il gas in denaro, in dollari o in euro, ciò comporta che da una parte nei canali ufficiali russi arriva denaro in valuta legale e dall’altra, siccome non possono pagare, possono aggirare l’osta – colo usando le cripto valute». Non hanno problemi né in entrata né in uscita. «Esatto. Abbiamo diversi casi, come una evasione fiscale in Italia con trasferimento su c/c di una società estera che investiva in criptovalute e, poi, faceva rientrare i soldi attraverso società fittizie». Una cripto-lavanderia. «Sì e il tribunale di Milano ha condannato i soggetti italiani per auto-riciclaggio». Tornando alla Russia, lei sta dicendo che gli italiani staranno senza condizionatori, inutilmente? «C’è questa possibilità. Il problema è che serve una forma di controllo. Oggi in Italia vengono sequestrati yacht e ville agli oligarchi. Ecco, io non so le motivazioni giuridiche alla base del sequestro, non entro in questo profilo, ma se l’Autorità giudiziaria sequestra lo fa dove esiste una visibilità di “Ema – nuele Fisicaro oligarca” o di una società a egli collegata. E se il bene è intestato a una società fiduciaria estera o se c’è un trust ma non si conosce il beneficial owner (il beneficiario effettivo; ndr)? In Italia non c’è un registro di questi ultimi, nonostante sia stato previsto dalla Direttiva 849 del 2015 e la 842 del 2018. Di conseguenza, riusciamo a operare solo un sequestro residuo, rispetto alla massa economica investita in Italia. Mancando il registro dei beneficial owner, questi beni non hanno visibilità». Carla Ruocco, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha detto che per l’ultima proiezione dell’osservatorio CoinGecko, a novembre 2021 in Italia il mercato delle criptovalute ha superato i 3 mila miliardi di dollari. «Se quei numeri fossero veri bisogna che tutti riflettano. C’è un sistema parallelo che può essere usato per instaurare l’illecito e che sfugge ai controlli antiriciclaggio. Se continuiamo a mettere la testa sotto la sabbia, non abbiamo capito ciò che sta succedendo nel nostro Paese e a livello globale. Ci vuole un sistema di controllo come quello che c’è per le valute fisiche».

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