ITALIA E PNRR: A RISCHIO CORRUZIONE ANCHE SECONDO LA RELAZIONE SULLO STATO DI DIRITTO 2022 UE. I RISCHI MAGGIORI NELLA P.A.

Il 13 luglio 2022 la Commissione europea ha pubblicato la Relazione sullo Stato di diritto del 2022. L’incipit del documento è chiaro nell’individuare l’Unione europea come “a Union of values”, un’Unione di valori, in cui trovano attuazione e garanzia i diritti fondamentali, i principi democratici e lo Stato di diritto. L’indebolimento dello Stato di diritto in uno solo degli Stati membri rischia di compromettere la legalità ed il corretto funzionamento dell’intera Unione, sicchè diviene fondamentale rafforzarne e supportarne l’attuazione. In tali settori gli Stati membri dell’UE devono procedere compatti.

La Relazione, come ogni anno, comprende una panoramica delle tendenze in tutta l’Unione ed è composta da 27 capitoli dedicati ai singoli Stati membri. Quest’anno, per la prima volta, si arricchisce con le raccomandazioni rivolte a ciascuno Stato membro, per incoraggiare gli Stati a portare avanti le riforme già avviate e per aiutarli ad individuare gli ambiti in cui sono necessari miglioramenti.

Il documento analizza gli sviluppi raggiuti dagli Stati membri in quattro settori chiave dello Stato di diritto:

  • Sistemi giudiziari;
  • Quadro anticorruzione;
  • Pluralismo e libertà dei media;
  • Bilanciamento istituzionale dei poteri.

L’analisi su tali settori consente, da un lato, di appurare che taluni Stati membri stanno continuando a perseguire le riforme avviate e, dall’altro, di rendesi conto che talaltri destano invece preoccupazioni di natura sistemica.

Con particolare riferimento al sistema di contrasto alla corruzione, la Commissione rileva che, sebbene da luglio 2021 molti Stati membri hanno adottato strategie anticorruzione, allineando i quadri esistenti alle norme internazionali anticorruzione e al diritto dell’Unione, e la maggior parte degli Stati membri dispone di quadri legislativi in materia sia sul piano della repressione penale che su quello della prevenzione del fenomeno (anche con riferimento all’attuazione di misure volte a potenziare le procure responsabili della lotta alla corruzione attraverso risorse aggiuntive o formazione supplementare) , la corruzione continua a rappresentare uno dei maggiori problemi per l’UE, rimanendo in cima alle agende politiche dei singoli Stati e preoccupando l’Unione.

Secondo l’Eurobarometro 2022 sulla corruzione, ben il 68% dei cittadini ritiene che la corruzione sia diffusa nel proprio paese. In alcuni Stati membri le indagini e le azioni penali relative ai casi di corruzione sono lunghe e soprattutto nei casi di alto profilo le sentenze tardano ad arrivare. Le misure preventive sembrano non bastare.

La Commissione ha formulato raccomandazioni relative al potenziamento dei quadri preventivi anticorruzione, per esempio riguardo alle norme in materia di lobbying e conflitto di interessi, nonché alla garanzia dell’efficacia delle indagini e delle azioni penali nei casi di corruzione.

Il capitolo della Relazione della Commissione dedicato all’Italia sottolinea che nell’ambito degli impegni del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) finalizzato a migliorare la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario, sono state adottate ampie riforme della giustizia civile e penale, attese da tempo. Nel quadro delle misure adottate, figurano anche quelle nel segno della digitalizzazione del sistema giudiziario, che stanno progredendo presso i tribunali civili, mentre arrancano presso i tribunali penali e le procure.

Queste misure intendono affrontare le gravi sfide legate all’efficienza del sistema giudiziario, compresi gli arretrati e la durata dei procedimenti. Il 16 giugno 2022, il Parlamento italiano ha approvato una nuova legge per riformare il sistema giudiziario, che include anche disposizioni riguardanti l’istituzione e il funzionamento dell’Alto Consiglio per la magistratura. Non resta che attendere come la legislazione di attuazione, che sarà adottata entro un anno, potrà tenere conto delle norme europee in materia di indipendenza giudiziaria, compresi i poteri organizzativi dei presidenti dei tribunali e il coinvolgimento degli avvocati nella valutazione professionale dei magistrati.

In tema di libertà di stampa, la Relazione accoglie con favore l’evoluzione giurisprudenziale segnata dalla sentenza della Corte costituzionale nel 2021, che ha portato all’abolizione della maggior parte delle pene detentive per diffamazione. Tuttavia, la crescente prevalenza dei casi SLAPP e la combinazione di diffamazione penale e civile solleva preoccupazioni. Infatti, i casi di attacchi fisici e intimidazioni contro giornalisti e media continuano ad aumentare.

Sul fronte della partecipazione della società civile in tema di tutela dei diritti umani c’è ancora molto da fare. Mette in evidenza la Commissione che, a causa dei ritardi nel processo legislativo, resta ancora da istituire un ente nazionale per i diritti umani. La partecipazione democratica delle organizzazioni della società civile sarebbe promossa attraverso un comitato consultivo permanente. Tuttavia, lo spazio civico rimane ristretto, in particolare per le organizzazioni che si occupano di migranti, e il processo di registrazione per le organizzazioni non governative rimane complesso.

La Commissione ha elaborato per l’Italia le seguenti Raccomandazioni:

  • Rispettare gli impegni assunti nell’ambito del PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) relativi ad alcuni aspetti del sistema giudiziario e del quadro anticorruzione;
  • Proseguire gli sforzi per migliorare il livello di digitalizzazione del sistema giudiziario, in particolare per i tribunali penali e i pubblici ministeri;
  • Migliorare la repressione dei reati di corruzione anche attraverso la digitalizzazione e l’interconnessione dei registri;
  • Adottare una normativa compiuta in materia di conflitto di interessi e disciplina delle attività di lobbying per istituire un registro;
  • Affrontare la pratica di canalizzare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un unico registro elettronico per le informazioni sul finanziamento del partito e delle singole campagne;
  • Riformare la disciplina in tema di diffamazione, protezione del segreto professionale e fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee sulla protezione dei giornalisti;
  • Intensificare gli sforzi per istituire un’istituzione nazionale per i diritti umani che tenga conto dei principi delle Nazioni Unite di Parigi.

In merito al sistema di prevenzione e contrasto alla corruzione, la Commissione evidenzia che, sul piano repressivo, la riforma della giustizia penale affronta gli eccessivi ritardi nelle azioni penali contro la corruzione. Gli investigatori in materia di corruzione devono ancora confrontarsi sul livello di interconnessione dei registri che includono dati finanziari pertinenti, il che richiede una maggiore digitalizzazione e l’impiego di strumenti di intelligenza artificiale. Diverse proposte legislative volte a rafforzare la prevenzione della corruzione sono ancora in sospeso, tra cui la protezione degli informatori, i conflitti di interesse e le lobby. Inoltre, le regole sul finanziamento dei partiti politici e delle singole campagne mostrano lacune significative.

Un altro profilo che desta particolari preoccupazioni è quello della pratica di incanalare le donazioni ai partiti politici attraverso fondazioni e associazioni, che costituisce inoltre un serio ostacolo alla responsabilità pubblica, in quanto le transazioni sono difficili da rintracciare e non esiste un unico registro comune.

La Commissione è consapevole del fatto che, sebbene l’Italia possa vantare un quadro legislativo solido, la corruzione è sempre più utilizzata dalla criminalità per infiltrarsi nell’economia legale.

In particolare per il settore pubblico, la percezione tra esperti e dirigenti aziendali è che il livello di corruzione nel settore rimane elevato. Nel 2021 Corruption Perceptions Index di Transparency International, l’Italia raggiunge il punteggio di 56/100 e si colloca al 13º posto nell’Unione Europea e al 42º sui scala globale. La percezione è notevolmente aumentata negli ultimi cinque anni.

Alla luce di tale dato, la maggiore preoccupazione è rappresentata dai rischi connessi con l’attuazione del PNRR, con particolare attenzione agli appalti pubblici e alle misure anticorruzione.

Sul piano della repressione, nel complesso, il coordinamento e la cooperazione tra le procure, la polizia finanziaria, l’unità di intelligence finanziaria, la procura presso la Corte dei conti, la direzione nazionale antimafia e l’autorità anticorruzione rimangono efficaci, anche per i casi di corruzione ad alto livello, con scambi di informazioni sempre più efficaci. Tuttavia, permangono delle sfide per gli investigatori, in particolare per quanto riguarda il livello di interconnessione dei registri delle varie entità che detengono informazioni finanziarie rilevanti per la lotta alla corruzione. Gli investigatori ritengono che potrebbero trarre beneficio da un’ulteriore digitalizzazione e dall’uso dell’intelligenza artificiale per migliorare e accelerare l’identificazione dei sospetti e la raccolta di prove. Le aree in cui si verificano la maggior parte dei casi di corruzione rimangono la pubblica amministrazione e gli appalti pubblici, con crescenti vulnerabilità nei settori delle energie rinnovabili e dell’edilizia.

Nonostante importanti sviluppi normativi, la mancanza di risorse, l’esperienza limitata e l’insufficienza di competenze giuridiche continuano a minare la capacità delle autorità incaricate del l’applicazione della legge di perseguire e perseguire efficacemente la corruzione straniera. In qualità di grande esportatore, l’Italia era passata da un’applicazione attiva a moderata per quanto riguarda la corruzione esterna, anche se l’attenzione a questa forma di criminalità è aumentata significativamente rispetto agli ultimo dieci anni. Esistono preoccupazioni riguardo alla proposta legislativa sui conflitti di interesse per i titolari di cariche politiche, compresi i parlamentari, che rimane in sospeso in Parlamento per diversi anni. Non è stato adottato un codice deontologico. Analogamente, non si sono avuti ulteriori sviluppi per quanto riguarda la pubblicazione obbligatoria delle dichiarazioni patrimoniali per i membri della Camera dei deputati e del Senato, che rimane frammentata e non trasparente.

Nel gennaio 2022, la Camera dei Deputati ha approvato uno dei progetti di proposte legislative sul lobbismo presentati nel corso del 2018 e del 2019147. Il progetto di legge propone l’istituzione di un registro elettronico obbligatorio dei rappresentanti di interessi. Sono state sollevate preoccupazioni in merito alla portata limitata proposta, esentando le associazioni di imprese, i sindacati e le entità religiose dall’obbligo di registrazione, nonostante la loro rilevanza nel rappresentare gli interessi nel processo decisionale.

Inoltre, il documento fa notare che il “periodo di raffreddamento” di un anno per gli ex membri dei governi nazionali e regionali a seguito della cessazione delle loro attività, al fine di combattere il fenomeno delle c.d. porte girevoli, non si estende agli ex membri del Parlamento. Si tratta di una previsione che non può essere guardata con favore. Un intervento legislativo più deciso migliorerebbe la trasparenza su chi cerca di influenzare specifici atti legislativi. L’approvazione del progetto di legge da parte del Senato è prevista per l’inizio del 2023.

I rischi di corruzione legati alla pandemia di COVID-19 rimangono elevati, mentre la corruzione è sempre più utilizzata dalla criminalità economica per raggiungere i propri scopi ileciti. I maggiori rischi durante la pandemia COVID-19 si sono trasformati nel corso del 2021 in un aumento della corruzione e reati correlati, con i tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nell’economia legale che presentano una delle principali sfide nella lotta italiana contro la corruzione.

Secondo gli investigatori, le reti criminali hanno beneficiato in particolare delle esigenze legate alla pandemia delle PMI economicamente fragili e degli appalti di aiuti di Stato e di sovvenzioni pubbliche, con fondi utilizzati in modo improprio per altri scopi e non recuperati.

La Relazione riporta altresì le preoccupazioni avvertite dalle Autorità italiane sui futuri appalti di fondi pubblici del RRP. La più concreta preoccupazione è che si possano verificare tendenze analoghe, date le sue dimensioni.

Per rivedere in modo significativo il Codice degli appalti pubblici e semplificare la grande mole di fonti secondarie, un progetto di regolamento unico è attualmente in discussione in Parlamento con un calendario indicativo di adozione nell’estate del 2022.

Quanto riportato dal capitolo italiano della Relazione sullo Stato di diritto del 2022 della Commissione non fa che confermare le preoccupazioni segnalate, anche in sedi istituzionali, dal Centro Studi Europeo Antiriciclaggio & Compliance, soprattutto nel segno del maggiore coinvolgimento degli uffici della pubblica amministrazione, che nell’attuazione del PNRR sono destinate a rivestire un ruolo strategico.

14%
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