PNRR: UNA SFIDA SENZA PRECEDENTI. CONTROLLO DIGITALE PREVENTIVO, MONITORAGGI E AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE SONO GLI STRUMENTI PIU’ EFFICACI.

PNRR: UNA SFIDA SENZA PRECEDENTI.

CONTROLLO DIGITALE PREVENTIVO, MONITORAGGI E AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE SONO GLI STRUMENTI PIU’ EFFICACI.

Nella mattinata di ieri, giovedì 23 giugno 2022, il Presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia, ha tenuto alla Camera dei deputati la Relazione annuale dell’attività dell’Autorità Anticorruzione al Parlamento.

Quanto emerso sottolinea la preoccupazione per i rischi connessi all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che è stato definito “una sfida senza precedenti” e, come tale, dev’essere gestito come priorità assoluta.

Tra i temi affrontati, figurano la lotta alla corruzione attraverso le tecnologie informatiche, i controlli digitali preventivi e l’incrocio dei dati; la necessità di maggiore semplificazione e trasparenza nella Pubblica amministrazione; la richiesta di efficienza negli acquisti pubblici in Italia riducendo e qualificando le stazioni appaltanti.

In particolare, il presidente Busia ha avvertito il Parlamento che “Con l’arrivo dei 250 miliardi di fondi europei e l’avvio degli appalti, s’intensifica il rischio di corruzione e di infiltrazioni criminose nel nostro Paese”. Ha aggiunto che “Le nuove sfide del malaffare ci spingono ad usare armi nuove per combattere corruzione, spreco di denaro pubblico, infiltrazioni criminose negli appalti”, in particolare, strategico è l’utilizzo in modo innovativo delle tecnologie informatiche, con l’incrocio dei dati. Secondo il presidente ANAC, “Sono questi gli strumenti più efficaci nel prevenire e combattere la cattiva amministrazione: controllo digitale preventivo, monitoraggi, amministrazione trasparente”.

La Relazione del presidente Busia restituisce senz’altro un quadro preoccupante, che impone la necessità di favorire l’adozione, da parte della pubblica amministrazione, di nuove procedure, presidi e sistemi per il monitoraggio delle attività più a rischio, tra le quali figurano le autorizzazioni e le concessioni di appalti.

E difatti, è proprio la materia degli appalti che richiede particolare attenzione. In questo settore si annidano rischi di inefficienza e di sprechi di risorse pubbliche, nonché di possibile corruzione. Secondo l’ANAC sono fondamentali “i criteri per la qualificazione delle stazioni appaltanti, delineando aspetti di qualità, efficienza, professionalizzazione, che portino ad un accorpamento della domanda, e ad una riduzione conseguente del loro numero. In sostanza, chi è in grado di fare acquisti per dimensioni e capacità professionali, procederà ad acquistare. Gli altri saranno spinti ad accorparsi, o a rivolgersi a quelle in grado di farlo. Oggi in Italia esistono più di 39.000 stazioni appaltanti e centrali di committenza, con oltre 100.000 centri di spesa, dove ciascuno bandisce gare e gestisce appalti, pur senza averne le competenze economiche, informatiche e dimensioni operative di scala per spuntare prezzi favorevoli e svolgere le gare al meglio per l’interesse pubblico”.

Inoltre, preoccupazioni emergono dal settore degli affidamenti diretti, che rischiano di divenire uno strumento per aggirare il Codice degli Appalti.

Altri aspetti chiave sono i controlli digitali e la Banca dati ANAC, la semplificazione e la trasparenza per una maggiore efficienza della Pubblica Amministrazione, che deve basare la propria struttura su merito e competenza.

Quanto emerge dalla relazione annuale ANAC, nel segno della grande preoccupazione per l’attuazione del PNRR, rappresenta uno dei maggiori temi d’interesse e di approfondimento del Centro Studi, anche in connessione con l’analisi dei rischi di infiltrazione mafiosa.

Dalle analisi svolte, che nella relazione ANAC trovano ampia conferma, occorre, come da sempre sostenuto dal Centro Studi, riconoscere ampio spazio agli strumenti di lotta preventiva, e favorire la massima sensibilizzazione sul tema da parte della pubblica amministrazione nei territori. Solo in tal modo sarà possibile mettere al riparo i fondi del PNRR e garantire la loro corretta allocazione per lo sviluppo e la ripresa del sistema Paese.

 

 

 

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